|
|
L'industria vinicola italiana continua a discutere sulla designazione e sulle normative di produzione per i vini analcolici. L'associazione degli imprenditori vinicoli italiani Unione Italiana Vini (UIV) sta da mesi chiedendo l'attuazione di un regolamento dell'UE del 2021 che consente la designazione "vino" per i vini analcolici. Il ministro dell'Agricoltura italiano Francesco Lollobrigida (a destra nell'immagine) è però fermamente contrario alla designazione e si rifiuta di incorporare il diritto dell'UE in una legge. "Lutterò fino alla fine affinché questo tipo di bevanda non possa essere chiamato vino", ha dichiarato Lollobrigida.
Lamberto Frescobaldi (a sinistra nell'immagine), presidente della UIV, ha risposto al ministro: "L'UE ha già obbligato il settore a designarlo come vino nel 2021. Pertanto, le aziende vinicole italiane chiedono di poter operare alle stesse condizioni dei loro concorrenti europei utilizzando il termine vino per i prodotti analcolici.".
Ora il Ministero dell'Economia italiano ha ritirato le normative per i vini analcolici che erano state recentemente incluse in un disegno di legge. Secondo la UIV, è ora tempo che il Ministero dell'Agricoltura attui finalmente le richieste del settore vinicolo in un decreto corrispondente. Si tratta principalmente di rimanere competitivi.
Anche in Francia continua il dibattito sui vini analcolici. Secondo la nuova legge, una cuvée analcolica può essere chiamata vino francese, anche se è stata de-alcolizzata in un altro paese europeo. Questa è una reazione al fatto che attualmente in Francia non ci sono impianti industriali sufficienti per soddisfare la domanda, spiega Valérie Pajotin, direttrice dell'Association Nationale Interprofessionnelle des Vins De France (Anivin de France).
(ru / UIV, Gambero Rosso, Vitisphere)